Obbligo di doggy bag: gli italiani si vergognano a chiederla
L’obbligo di doggy bag è una ipotesi che sta scatenando un certo dibattito in Italia. Per carità, non si tratta di chissà quale problema per il paese, ma certamente è un argomento di conversazione “leggero” e particolarmente gettonato.
L’obbligo non piace per diverse ragioni. Impone ai ristoratori delle spese aggiuntive, per dotarsi dei contenitori. E rischia di produrre una quantità enormi di scatole usa e getta, aumentando la produzione dei rifiuti.
Per combattere lo spreco alimentare, si rischia di sprecare risorse.
La doggy bag piace, invece, proprio perché evita gli sprechi: del cibo che verrebbe buttato (almeno in teoria…) può invece essere consumato dal cliente il giorno dopo.
Ma quanti richiedono la dobby bag?
In teoria, il 74% degli italiani sarebbe a favore della doggy bag. Secondo i dati di FIPE-Confcommercio e Comieco, però, solo il 15,% degli italiani ha l’abitudine di chiedere la doggy bag e portarsi a casa il cibo avanzato al ristorante.
La ragione è semplice: è una richiesta ritenuta imbarazzante. La gente si vergogna.
Eppure, ci dicono sempre i dati di FIPE-Confcommercio, addirittura il 91,8% dei ristoratori si è già attrezzato per fornire la doggy bag. E il 42,6% chiede sempre ai clienti se vogliono portarsi a casa il cibo non consumato.
Il problema non è quindi lato ristoranti, ma lato cliente. Portarsi a casa gli avanzi viene anche ritenuto scomodo o sporco (soprattutto se dopo il pranzo o la cena non si torna subito tra le mura domestiche, ma si resta fuori dall’abitazione).
I ristoranti usano il rimpiattino
Già nel 2019 FIPE e Comieco avevano lanciato “Rimpiattino”, un particolare tipo di packaging che consente di fornire una doggy bag. A oggi sono stati distribuiti 24mila esemplari di Rimpiattino da parte di 875 ristoranti in 22 città.
Una goccia nel mare, ma il Rimpiattino ha il vantaggio di essere più sostenibile dei contenitori in plastica. È infatti realizzato in carta, con una grafica accattivante, e permette di portarsi a casa non solo il cibo avanzato, ma anche il vino non consumato al ristorante.